lunedì 8 luglio 2013

^Sigh^Life! - Sweet Salgari e l'eredità di un uomo



Altre tragedie colpirono successivamente anche la moglie e i figli dello scrittore: nel 1914 Fatima, giovanissima, rimase vittima della tubercolosi, mentre nel 1922 la moglie Ida si spense in manicomio.
Nel 1931 fu di nuovo il suicidio la causa della morte dell'altro figlio, Romero; nel 1936, per le ferite di un tragico incidente in moto, perse poi la vita Nadir, tenente di complemento del Regio Esercito. Un'intervista, conservata nelle teche di Rai Storia del 1957, ritrae l'ultimogenito figlio vivo Omar, che racconta alle telecamere della vita di suo padre. Tuttavia, anche Omar, in seguito, si suicidò, gettandosi dal secondo piano del suo alloggio nel 1963.
da wikipedia, su Emilio Salgari

Non sono mai stato un esperto di Salgari. Non posso dire di avere mai amato davvero i suoi libri. E non ricordavo in alcun modo il triste finale della sua vita.
Conosco certo, per vie dirette e indirette, la sua mitologia e l'enfasi della sua prosa, ma raramente mi sono lasciato trasportare dai suoi romanzi.
Sempre da wikipedia, scopro che Che Guevara lesse 62 dei suoi romanzi. Citato a fine pagina, in una nota sulle diverse influenze dello scrittore, sono colpito da questa strana deriva, così fuori contesto. La mitologia di uno scrittore si realizza anche così. Sono arrivato a leggere Sweet Salgari di Paolo Bacilieri buon ultimo tra gli ultimi e, per di più, senza le conoscenze di base.
Nell'approccio a un nuovo lavoro, sempre meno mi piace documentarmi in anticipo. La ricerca avviene dopo, se mai. Rifletto spesso sul fatto che le opere che amo di più sono quelle che lasciano aperti i nodi, che spingono i lettori a ricercare nuove informazioni, nuovi stimoli. Mi piace quando certi lavori ti rimangono addosso, in un modo o nell'altro.

Paolo Bacilieri è, oggi, il più importante autore di fumetti italiano. Lo dico senza alcun timore. Basta viaggiare per le pagine di Sweet Salgari per capirlo. La semplice intuizione di accostare i paesaggi evocativi ma familiari dell'Italia vissuta da Salgari, alle descrizioni esotiche dei suoi romanzi, rappresenta la cifra stilistica (si dice così) di un autore intelligente e unico. Poi l'aspetto tecnico: la sintesi del tratto, in quell'equilibrio tra realismo quasi fotografico e stilemi tipicamente cartoon; la cura per la composizione visiva e narrativa della pagina nel suo insieme; la scelta delle parole con cui i personaggi si esprimono; la capacità di raccontare una parabola di vita in pochi, rilevanti momenti essenziali. Siamo di fronte alla quintessenza del racconto a fumetti.

La tragedia del suicidio di Salgari, che lega e slega il senso di una carriera, prima ancora che di una vita, è il punto focale da cui tutto il resto viene osservato, per accostamento o contrasto. L'eredità del narratore è più o meno potente dell'eredità di sangue lasciata agli eredi, come suggerisce lo stralcio di biografia familiare che riporto a inizio articolo?
Se l'immaginazione ha permesso allo scrittore veronese di viaggiare e far viaggiare per il mondo, senza mai spostarsi dall'Italia; quella stessa divinità a due teste ha costruito nel tempo della vita grumi di dolore densi come il fango. Quell'odore di muffa e muschio e sottobosco, dell'ombra di uomini che non conoscono il riscatto, di budella sventrate in un modo che solo la perversione dell'immaginazione eroica più nera può generare, sono le sensazioni che Bacilieri offre al lettore. Senza interpretazioni. Con disincanto. Con ironia. Con una sensibilità rara per il fumetto italiano contemporaneo. Nulla è lasciato al caso, ogni segno studiato, ogni movimento dell'occhio sulla pagina è accompagnato da una lucidità che, spesso, personalmente, mi lascia il volto pieno di stupore. Perché è qualcosa che c'è solo nel momento in cui si diventa una cosa sola con quanto si sta realizzando, nell'intenzione, nella manualità, nella rivincita dell'arte sulla vita.

Sweet Salgari è l'apice di una carriera fatta di apici. Perdonami l'eccesso. Ma quando un autore è capace di realizzare una (non)biografia come questa e di giocare con l'inconsistente mondo di Antonio Serra nel racconto Sul pianeta perduto realizzato per la Sergio Bonelli Editore, capisci che non c'è più alcuna distinzione tra fumetto alto e basso, d'autore o popolare, e che l'integrazione culturale (mi piace questa parola) è possibile anche e soprattutto nel mondo del fumetto.
Spiace solo sapere che Bacilieri rappresenta un'eccezione e non la regola. Perché il pianeta perduto dell'editoria fumettistica italiana è tutt'altro che capace di aiutare autori come questi a crescere e trovare la propria voce. Ancora di più, quindi, in questo senso, la dedica di Sweet Salgari a Sergio Bonelli risuona come un riconoscimento dovuto.


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