mercoledì 10 aprile 2013

^Sigh^Look! Banda Putiferio, Fui feto



Se cinema e fumetto sono gli eterni innamorati (con continui inseguimenti e scambi di ruolo), fumetto e musica vivono un rapporto ben più complicato e lontano, con improvvisi avvicinamenti, che raramente offrono momenti convincenti. Il fumetto vive il silenzio su carta, e rappresentarvi la musica (e il mondo sonoro) è affare non facile, una vera sfida per gli autori. Al contempo, la musica vive spesso di assenza di immagini, di chiusura di occhi (esperienza che la youtube invasion non riuscirà mai a sopraffare, o almeno spero).
Raramente, fumetto e musica nascono come progetti comuni. E quando questo avviene, si ha spesso l'impressione che, comunque sia, uno sia prevalente sull'altro, quasi uno fosse il fratello minore dell'altro. I due casi di cui vi parlo (oggi e tra qualche giorno) non fanno eccezioni.

Nel giro di un paio di anni, sono usciti due progetti simili per idee e (in parte) per autori coinvolti. Il primo è il disco/libro a fumetti della Banda Putiferio Il paradiso delle trottole (ed. Tunué, qui un'intervista di presentazione del lavoro su LoSpazioBianco.it). Ne aveva parlato Harry qui. In quell'articolo, Harry citava la storia Fui feto, interpretazione a fumetti di Akab su un monologo di Antonio Rezza. Fui feto resta ancora oggi, a mio avviso, uno degli episodi più significativi del disco/libro, e forse inaspettatamente. Certamente è il più agghiacciante e stimolante. Una vera sovversione di ogni istinto di vita. Dove emerge, nella lettura di Akab, un'interpretazione, un'idea che va oltre la riproposta didascalica.
Il disco della Banda Putiferio, dopo un anno di ascolti ripetuti, mi sorprende in positivo per due ragioni: la forza della narrazione arriva nel tempo, e questo è un grande pregio in un panorama musicale sempre più usa e getta; alcuni dei brani contenuti sono diventati la passione dei miei due figli Gabo e Cecio (di 7 e 3 anni).
Purtroppo, devo dirlo, il lavoro della Banda Putiferio risente enormemente dei piccoli mezzi di produzione, sul piano degli arrangiamenti (non sempre ben calibrati) e soprattutto sul piano della "confezione acustica" del prodotto finito, con un mixaggio incerto e, spesso, mal disegnato.
Per la forza del fato (Fui fato!) Akab è anche il ponte che collega questo lavoro a un altro di uguale impostazione (disco più libro a fumetti), quel Canzoniere Illustrato di Daniele Sepe che è stato tra i primi lavori di cui avrei dovuto parlare su ^S^Christmas e che arriva solo ora (o meglio, tra qualche giorno).
Iniziamo oggi con la Banda Putiferio, e Fui Feto di Akab.





Con la presentazione del Canzoniere Illustrato di Daniele Sepe su youtube, ci diamo invece appuntamento a tra pochi giorni per la seconda parte di questa breve riflessione su musica e fumetto.


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