mercoledì 30 gennaio 2013

Zigo Stella

^Sigh^Score! 5/6

Se sali a bordo e ci credi
questo è un viaggio appassionante.
La libera creatività del segno
diventa manifestazione.
La metafisica incontra il supereroismo.
E l'amore e il rock e lo spazio e...
Un'immersione meta-narrativa non nuova.
Certo.
Ma con il fuoco delle idee
e la voglia di sperimentare.
Di giocare.
Quanti adulti ancora lo fanno?

info: zigo stella

^Sigh^Quote! 21

Siamo contro le regole del commercio, che sono agli antipodi di tutto ciò che facciamo, anche se siamo comunque musicisti che hanno bisogno di essere retribuiti per  il proprio lavoro. Nonostante ciò, la spinta a comporre è sempre fortissima. In vita mia ho scritto più di duemila opere ma solo un quarto di esse è stato registrato o eseguito. Ho creato quella musica perché sentivo la necessità di farlo e spero che qualcuno la esegua e ne faccia buon uso, è necessaria, scritta per la comunità.

Wadada Leo Smith, intervista pubblicata su Musica Jazz n. 746
a cura di Mario Evangelista, gennaio 2013

domenica 27 gennaio 2013

The Death-Ray

^Sigh^Score! 5/6

L'hai già sentita: i grandi autori
girano e rigirano, scavano, perfezionano
sempre intorno alle stesse ossessioni.
Ogni pre-testo e meta-testo offre
un diverso punto di vista.
Qui, il supereroe, attraverso lo sguardo di
Steve Ditko.
Umanità. Terrificante.
La nostra. Solitaria.
E la bellezza della creatività.

info: The Death-Ray

Dylan Dog 317, L'impostore

^Sigh^Score! 1/6

Guardami. Tu prossimo sceneggiatore
di Dylan Dog.
Guardami! Ricorda!
Butta via questo schema, questo modello.
Basta! Ti prego. Perché perché perché
è così forte
questo meccanismo narrativo?
Ditemi chi è il colpevole? Quale fantasma?
Possibile che un'eredità narrativa -
Sclavi -
sia così totalizzante?!

info: dylan dog 317

Lilith 9, Il mondo fluttuante

^Sigh^Score! 5/6

Mio figlio Gabo gira intorno a Lilith a ogni uscita.
Semestralmente. Cosa lo attrae ogni volta?
Lo ricorda, come si ricorda qualcosa di importante
e non accessibile per lui.
E i lettori? Ricordano Lilith ogni semestre?
Io ci sono, e ammetto che l'impegno di Enoch
è per me qualcosa di prezioso da seguire e leggere.
Il rituale narrativo, così diluito, può sembrare fluttuante.
Ma la cura, lo sviluppo, i particolari sono ottimi.
E la protagonista è quasi sempre nuda.

info: lilith 9

Almanacco del West 2013, La pista del fuorilegge

^Sigh^Score! 4/6

Quello che penso degli Almanacchi è qui.
Quello che si rinnova, invece,
è di nuovo l'icona per antonomasia.
Con Carlos Gomez Tex cambia e non cambia,
come Il personaggio deve fare.
Forza del segno, cura dei dettagli, potenza,
dinamismo, equilibrio... chiarezza nell'uso
dei mezzi. Personalità.
Che fortunatamente si lega a una sceneggiatura
fresca e contraria. Forse inesatta psicologicamente.
Ma brillante. A bersaglio.

info: almanacco del west 2013

venerdì 25 gennaio 2013

Le storie 3, La rivolta dei Sepoy

^Sigh^Score! 4/6

L'innocenza narrativa è
un ricordo passato.
La professionalità spegne
l'urgenza e la negligenza.
In un equilibrio magistrale,
da cattedra, appunto,
si muove una storia chiara
e abile.
In quell'assenza di emozioni
osservi felice i particolari.
Niente di più o di meno.

info: le storie 3, la rivolta dei sepoy

giovedì 24 gennaio 2013

Wilson

^Sigh^Score! 6/6

Frammenti di momento presente a dare
(non)senso a una vita.
L'amarezza e la fuga per uscirne.
L'impotenza mascherata da
supponenza.
L'illusione della gioia e
soprattutto
l'impossibilità di comprendersi.
Se la vita non è condivisibile
come può l'arte riuscirci così bene?!

info: wilson

lunedì 21 gennaio 2013

^Sigh^Life! Jazz




Non ci sono.
Sono immerso in questo accumulo di simboli e di sensi e in altre movimentate avversità:


Un capolavoro monumentale e imprescindibile di Wadada Leo Smith (un intervista qui).
E il jazz è una porta al prossimo e conclusivo ^Sigh^Christmas! di cui parlerò a giorni.
Per inciso, la rivista Musica Jazz, antica e storica rivista di settore, si è decisamente rinnovata negli ultimi mesi, ed è diventata necessaria, a mio avviso. Nel top jazz 2012, classifica annuale dei migliori musicisti e lavori dell'annata musicale passata, Wadada Leo Smith è risultato essere secondo i votanti il miglior musicista internazionale.
Non spegniamoci.

mercoledì 16 gennaio 2013

^Sigh^Quote! 19

Oggi è il giorno dedicato a Ciantini.
Quindi, una nuova, interessante citazione da un'ottima intervista recente.

Io vedo l'Editore come un padre, magari anche un padre stronzo, che grazie alla propria esperienza e fiuto, ti tira scappellotti, ti dice: no, ma t’indica una via chiara dalla quale fuggire o seguire. Arrivando anche a strapparti una tavola disegnata con grande attenzione e perizia che però risulta noiosa come masticare una pantofola!
E poi, una volta stampato il libro, non abbandona questo suo figlio perché ha da fare i cazzi propri, ignorando parole come "ufficio stampa" e "recensioni". Pronunciando la mitica frase: “Tanto se è un libro che piace si vende da solo!”, limitandosi alle tre copie a gratis ai soliti critici o giornalisti rimasti in vita, sperando in due parole buone, che non serviranno quasi a nulla. Ignorando tutti gli altri Media. Come se il fumetto ormai, davvero, non interessasse più a nessuno. Fosse roba da ghetto. Da "ragazzini".


Sauro Ciantini

^Sigh^Christmas! - Palmiro, La ragazza dei biscotti



Palmiro. L’ho incontrato per la prima volta solo tre anni fa. Lui, che nasce su Comix (che leggevo poco o mai), compie vent’anni e ricerca ancora la fidanzata ideale. L’amore perfetto vive sulla distanza. Di Palmiro dalle fidanzate. O viceversa.
È una striscia umoristica, e basta. Come fosse poco. Come fosse niente. Ma è solo una striscia disegnata. Spesso a biro. E basta.
Il suo papà, Sauro Ciantini, usa pochi mezzi, perché è povero di mezzi, potresti pensare. Ma cosa sono oggi la ricchezza e la povertà?
Chi conosce Palmiro da Comix e non conosce Ciantini potrebbe aspettarsi questo

                       

O alla peggio,  questo



Se Palmiro è il fidanzato delle ragazze lontane, Ciantini sembra essere l’artista dai pennelli lontano. Nulla di più vero. Nulla di più inesatto.
Nel dialogo che Ciantini e io sviluppiamo a distanza (e questa per lui è un’arte, lo sai!) ormai da qualche anno, sto imparando l’artista che si cela dietro all’uomo. E non viceversa. Perché l’uomo non c’è, c’è solo una fervente ironia e il divertimento per una chiara, divertita esplorazione espressiva. Poi, certo, l’uomo esce da tutte le parti, ma siamo lontani, e cerco di sopportarne la distanza.
Fatto è che a un certo punto Palmiro ha avuto bisogno di spazio, e Ciantini di sperimentare. In quell’anno, che non ricordo ma non parliamo di tempi lontani, anche se molti non lo sanno, è nata la storia di cui presentiamo la lunga sequenza iniziale, La ragazza dei biscotti. Sfumata a entrare, sfumata a uscire. Come un work-in-progress. 
E accade qualcosa che non ti aspetti



La striscia sparisce, il gioco si rompe, e qualcosa di nuovo accade. Capisci, avvicinandoti per la prima volta, che Ciantini fino a quel momento aveva lavorato per sottrazione, per sintesi e segno. Palmiro, in effetti è tutto segno e simbolo. Che è quello che ti aspetti da un buon fumetto.
Accidentalmente c’è anche una storia forte, divertita e cupa.
Cupa e solitaria. Così



Che sembra una striscia, di nuovo, ma in realtà è parte di un contesto e una storia più ampie. Che devi leggere, perché quando uscì, e oggi è ancora fuori, è stata una delle migliori storie dell’anno, insieme al resto che compone il volume.
“Una delle migliori storie dell’anno”, gli disse la fidanzata lontana, “dimentichiamola”.
Io partirei da lì, da La ragazza dei biscotti, a seguire leggerei la raccolta del Palmiro classico, che è il volume uno, e finirei con la nuova uscita, che raccoglie strisce di Palmiro e delle altre scorie umoristiche di Ciantini, per primo il candido e saporito coniglio bianco. Fidati di un vegetariano come me.
E ora il finale. Con un ringraziamento speciale all'autore per la presentazione realizzata ad hoc per ^S^Comics! e per il nostro dialogo a distanza, che spero prosegua, sempre, … da lontano.
Il fumetto è vivo!




Sauro Ciantini sta festeggiando il compleanno di Palmiro con una serie di brevi interviste. Si inizia con Deco.
Puoi leggere una lunga e interessante intervista a Ciantini su Balloons.
Per acquistare i libri, puoi andare qui. Buona lontananza. 

lunedì 14 gennaio 2013

^Sigh^Life!, L'impressione




Il mio caro amico Salerio Vivé legge raramente fumetto seriale. Ma conosce bene il fumetto e i suoi meccanismi. Oggi scambiavamo qualche parere sulla nuova collana Bonelli Le Storie. A proposito dell’eccessivo riferimento ai canoni di genere (noir, chambara, ecc.) di alcune uscite mi dice una frase che risuona, a cui vorrei dare il giusto spazio:

Si chiamano Le storie ma la storia dov'è?

Salerio ha ragione. In almeno due episodi su quattro (Nosmoking, La redenzione del samurai), l’impostazione è talmente aderente ai generi da sembrare parodie di altre storie dei generi di riferimento stessi (per una riflessione sulla parodia, puoi leggere un vecchio articolo di Harry qui. Perché la parodia non è di per sé un male).

Ma non vorrei confonderti. Perché l’obiettivo di questo articolo non è parlare de Le Storie, ma del mio amico Salerio Vivé, o di un certo modo di approcciarsi alla lettura. Quindi, torniamo a Le Storie.
Qualcuno forse ricorda Billiband, antica creatura a firma Giuseppe De Nardo e Bruno Brindisi (ed. Universo). Personalmente, amavo quel fumetto, per ragioni che neppure ricordo. Non riprendo in mano quei lavori da quando uscirono in edicola, quindi è solo un ricordo del passato. Ma di una cosa possiamo essere certi: sia De Nardo che Brindisi sono persone di talento e, ormai, abili professionisti. Sicuramente, entrambi, vittime dell’oscurantismo creativo di Dylan Dog (che piega ormai le ali a chiunque). I due sono tornati a lavorare insieme in occasione della terza uscita di Le Storie, La rivolta dei Sepoy.
Ebbene, l’amico Salerio Vivè prende in mano questa nuova storia, legge le prime pagine e poi, preoccupato, la appoggia sulla scrivania senza averla terminata. Mi spiega il perché (diamo spazio anche a questa considerazione):

Ho pensato, bello. Questo sì che è scrivere.
Ma non ho proseguito la lettura perché non volevo rovinarmi l'impressione.


Con il fumetto seriale succede spesso proprio questo. Buoni esordi e buone sceneggiature che si spengono nell’intreccio di futili ricorrenze seriali. La buona, se non ottima, preparazione tecnica è spesso al servizio di idee banali, soggetti deboli o eccessivi ammiccamenti al pubblico di riferimento. Il pubblico di riferimento. La malattia dell’intrattenimento. O il suo contrario.
E tutti gli altri? Tutti quei lettori potenziali che degli ammiccamenti e delle parodie di genere non interessa nulla, come Salerio Vivè?
Sarebbe bello mettere al servizio di una vera storia (di una reale esigenza espressiva e comunicativa) tutto quel talento e quella preparazione tecnica.
In ogni caso, il punto non è Le Storie, come detto, ma il mio amico Salerio Vivé.
Il lettore consapevole ha avuto talmente tante delusioni d’amore, da essere molto diffidente.
Come possiamo aiutarlo?

domenica 13 gennaio 2013

Le storie 4, No smoking

^Sigh^Score! 3/6

Semplificazione e sintesi.
Le (poche) ingenuità al servizio
del genere.
Il meccanismo che procede
senza contraddizioni.
Intelligenza al disegno.
Io non mi aspettavo nulla.
Qualcosa ho avuto.
La simulazione di una bella
storia.

info: le storie, no smoking

venerdì 11 gennaio 2013

^Sigh^Quote! 18



Voglio dirlo a voce alta! - credo che oggi non manchino gli autori o gli editori, ma manchino persone che diano delle indicazioni sui lavori, con cuore e anima, senza creare guerre o risse. Che riescano a NON anteporre il proprio Ego al lavoro degli altri.


Sauro Ciantini, da una conversazione privata con il sottoscritto

giovedì 10 gennaio 2013

^Sigh^Christmas! - Dossier TAV



Qualche imbarazzo la verità dei fatti te lo lascia.
La verità dei fatti, intanto, è un concetto a cui non siamo più abituati, perché la cacofonia di (dis)informazione in cui siamo immersi lascia trasparire solo isolati pezzi di territori mentali che difficilmente si ricompongono in un puzzle. La ricerca della verità dei fatti è proprio come la ricostruzione di un puzzle di cui non hai più alcun riferimento, nessuna figura da copiare o sovrapporre. Di fronte a te ci sono innumerevoli pezzi, e sta a te sceglierli, definirne un senso, ritrovare le relazioni con gli altri pezzi e vedere se combaciano. Sbagliare è facile, il tempo personale da investirci è molto, ma quando quel pezzo va a collocarsi nel posto giusto, o forse meglio, in quello che a te appare il posto giusto, quando questo accade la soddisfazione è grande. Anche quando l’immagine che appare non ci piace, è spaventosa e brutale.

La verità dei fatti è quindi sfuggente, incerta, e richiede un sacco di determinazione e di tempo. E chi ha più tempo da investire in una ricerca di questo tipo, quando possiamo perdere letteralmente il nostro tempo inseguendo immagini, storie e idee più ammiccanti, confortanti, immediate… e, naturalmente, scomposte, usa e getta, che spengono il giudizio critico ma offrono una soddisfazione immediata?! Anche nel fumetto, questo processo accade continuamente. Pensa all’ultimo fumetto che hai letto che ti ha offerto un’occasione reale di comprensione e non una semplice opportunità di evasione? Credo che dovremmo sempre meno cercare di evadere e sempre più di focalizzarci sulle cose utili e che favoriscano la ricomposizione dei puzzle.
La verità dei fatti obbliga all’impegno civile. Ed ecco Claudio Calia, e il suo citizen journalism. Ed ecco il suo ultimo lavoro per Becco Giallo, Dossier TAV. Fatalmente, la verità dei fatti richiede anche di schierarsi, forse, oggi, l’unico modo affinché un puzzle prenda forma e si definisca nelle sue caratteristiche salienti. Siamo figli del relativismo, certo; nel mondo post-moderno in cui viviamo l’ingenuità della verità unica è forse superata. Ma non l’aderenza acritica e ideologica a fazioni e squadre che impongono l’esercizio sterile e infantile del tifo. Ecco, il lavoro di Calia è diverso. Non è sommerso da ideologia, ma pregno di una ferrea convinzione nel voler restituire un po’ di visibilità a quella che un tempo (ancora?) si chiamava contro-informazione. Alla faccia (in sfida) al relativismo imperante. Soggettivismo contro relativismo, o ancora, chiarezza contro confusione imposta dai quotidiani e più diffusi mezzi di comunicazione.
Calia è poi stranamente convinto che il fumetto sia lo strumento più adatto, oggi, per questo impegno civile. Ci vede una chiarezza, una sintesi, una fruibilità che altri media oggi sembrano avere perso.

Queste e altre sue verità dei fatti si trovano in Dossier TAV, che non è il fumetto che ti aspetti. E che riesce nel complesso tentativo di divulgare senza annoiare, anche laddove i fatti sono elencati in modo sintetico ma puntuale e, perché no, piuttosto dettagliato per un fumetto (ma chi lo pensa, non ha mai letto nulla di Ted Rall e non ha capito nulla del fumetto). Calia mantiene quell’approccio interessante e diretto già visto in altri suoi lavori (È primavera, Intervista a Toni Negri, per esempio) in cui diventa personaggio (non protagonista) della narrazione. In Dossier TAV le emozioni di un ricercatore della verità si (con)fondono quindi con gli eventi narrati, in un intreccio vitale.
Lo stile di Calia è personale, non esteticamente bello, non virtuoso, ma efficace. Se lo accetti per quello che è, potresti avere grandi soddisfazioni. Se accetti che la realtà dei fatti possa non essere narrata attraverso il realismo ma il simbolo e la sintesi visiva.
Di Dossier TAV sono riuscito a strappare la parte che, per me, rappresenta il cuore del fumetto. Decontestualizzata dal resto credo funzioni comunque molto bene, e soprattutto offre un’idea chiara ed emozionante del punto di vista dell’autore e del suo editore su tutta la vicenda TAV, di cui non ho detto nulla fin qui, perché non è questo il punto. Non oggi.
Un sentito ringraziamento a Becco Giallo, quindi, per l’opportunità, e soprattutto a Claudio Calia, senza il quale, tra l'altro, tutta l’idea e lo sviluppo di ^S^Christmas non avrebbe mai avuto la luce.
Il fumetto vive!



per informazioni: dossier TAV 
                      Becco Giallo

mercoledì 9 gennaio 2013

Ex Machina

^Sigh^Score! 5/6

Il super-uomo. Il super-politico.
Non il nostro cavaliere.
Non il cavaliere oscuro.
Un riflesso, nel quale la lente speciale
del genere supereroistico
rivela il caleidoscopio della politica.
Un fumetto solido.
Nel quale solido sta per consapevole.
E pieno di voglia di giocare.
Peccato per quei disegni insopportabili.

info: ex machina

Davvero 2, Troppi cambiamenti

^Sigh^Score! 1/6

Il senso di Davvero è nell'immagine
qui accanto.
Guardala, ingrandiscila, e saggiane l'insieme
di luoghi comuni.
Vedi? Barbato dice essere il suo personaggio
più complesso.
Capisci perché non c'è bisogno di perderci
del tempo?
Purtroppo, davvero, il tempo che ti resta
potrebbe avere funzioni più utili.
Per me basta. Davvero.

info: davvero

^Sigh^Life! 14


(c) seth

Una lunga pausa e le parole di Harry.
Ironicamente, l’amico Claudio Calia mi fa notare che quanto detto da Harry in merito a chi si occupa di critica, potrebbe essere utilizzato in modo equivalente per gli autori di fumetti italiani.
Amo le simmetrie, soprattutto quando sono tragiche. O terrificanti come nella celebre poesia The Tyger di Blake ripresa da De Matteis in una celebre storia di Spider-Man.
Il critico come l’autore di fumetti. O viceversa.

Ho passato alcuni giorni di questa pausa invernale a sistemare il mio studio, sommerso com’è da libri e fumetti. Capisci l’ironia? Libri da una parte, fumetti da un’altra. Come in libreria. Divisi secondo logiche che neppure capisco. Il tempo a trovare spazio, a riscoprire volumi mai letti che non sospettavo neppure di avere. E ghettizzati come in libreria! Ah, la bellezza delle abitudini.
Ho sentito, spaventosa, l’ossessione all'accumulo che ha caratterizzato buona parte della mia vita. Lo sai, l’accumulazione è la forma più comune dell'illusione dell’immortalità. Avrei materiale da leggere per i prossimi decenni. Oltre la mia morte?
Perdo senso.

 Nell'archiviare e inscatolare tonnellate di cose, ho anche pensato al rito triste e mortale del seppellimento. L’accumulo, il possesso, mi costringono ad archiviare e seppellire in bare di cartone centinaia e centinaia di libri e fumetti, libri a fumetti, fumetti a libri, fumetti e libri… Come poterli fare vivere ancora? Aspetto proposte.
Forse, senza cederli a una biblioteca, aprire alla possibilità che chi vuole, e ne ha cura, possa prendere quelle bare di cartone, aprirle, leggersi il materiale contenuto e restituirlo.
Io sono in Brianza, a nord di Monza. Forse ti interessa?

Oggi riapre ^S^Comics!, un po’ come si è interrotto. Con la coda finale di ^S^Christmas!, ovvero la pubblicazione di parti inedite di fumetti che ritengo utili alla nostra vita. Per vicinanza o il suo contrario.
Si riprende domani, proprio con il nuovo lavoro di Claudio Calia, Dossier TAV.
Ci sarai?
Dimmelo, che in questa ripresa mi sento un po’ solo.